La terza guerra punica-Versioni di Latino

Versioni di Latino

Scipione Emiliano nella terza guerra punica

Scipione Emiliano alla conquista di Cartagine
Se cerchi una versione dal latino adatta a presentare il dativo di possesso, questo testo è adatto alle tue esigenze. Questa versione dal latino racconta in maniera molto semplice e con costruzione paratattica le vicende della terza guerra punica e le imprese di Scipione Emiliano. La traduzione in italiano è letterale. Ideale per i primi passi del primo anno e per introdurre il dativo di possesso. Nella versione troverai il modo indicativo in forma attiva e i sostantivi dalla prima alla quarta declinazione
Tertio bello Punico Romani in Africa bellum gesserunt et Carthaginem ingentibus copiis obsederunt. Summum Romanorum exercitus imperium fuit P. Scipioni Aemiliano, Africani nepoti, audaci viro et rei militaris perito. Aemilianus Carthaginienses a re frumentaria prohibuit, deinde post brevem obsidionem urbem cepit et vastavit. Nullus receptus Punicis fuit. Fere omnes in urbis defensione vitam amiserunt. Scipionis iussu, Romani milites totam urbem diripuerunt et omnia aedificia sacra et profana incenderunt. Post paucos dies, Scipio Carthagine discessit, iter ad Graeciam fecit atque brevi tempore Corinthum pervenit. Romanorum exercitus Corinthum quoque expugnavit: sic Roma ad potentiae fastigium pervenit.
Nella terza guerra punica i romani condussero la guerra in Africa e conquistarono Cartagine con grandi truppe. Scipione Emiliano, nipote dell’Africano, uomo audace ed esperto di strategia militare, ebbe il massimo comando dell’esercito. Emiliano impedì ai cartaginesi l’approvvigionamento, poi dopo un breve assedio prese e devastò la città. I punici non ebbero alcuna ritirata. Quasi tutti persero la vita nella difesa della città. Sotto il comando di Scipione, i soldati romani distrussero tutta la città e incendiarono tutti gli edifici sacri e profani. Dopo pochi giorni, Scipione partì da Cartagine, fece direzione verso la Grecia e in breve tempo giunse a Corinto. L’esercito dei romani espugnò anche Corinto: così Roma raggiunse il culmine della potenza.
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