La volpe e l'aquila-Versioni di Latino

Versioni di Latino

La volpe e l'aquila

I potenti devono temere gli umili
Questa breve versione dal latino è ispirata a una delle più note favole di Fedro, dal titolo La volpe e l'aquila, che racconta di come spesso gli umili siano in grado di vendicarsi delle vessazioni dei potenti. La traduzione in italiano è letterale ed è l'ideale per i primi passi del primo anno di studio della lingua latina. Nella versione troverai il modo indicativo e i sostantivi dalla prima alla terza declinazione.
Potentes debent humiles metuere quia vindictam humiles saepe in potentes parant: sic Phaedrus poëta affirmat in fabella arguta.
Quondam vulpinos catulos aquila sustulit et in nido suo posuit, quod escam pullis suis praebere cupiebat. Vulpes mater sub alta arbore aquilam orabat: “Arce, aquila, a me misera tantum luctum!” Sed aquila vulpis precem contempsit quia tuta era in alta arbore. Tum vulpes ab ara deorum rapuit ardentem facem totamque arborem flammis circumdedit: hosti mortem promittebat etiam cum sanguinis sui atroci damno. Sed aquila, cum pullos suos in mortis periculo vidit, incolumes natos vulpi tradidit.
I potenti devono temere gli umili, poiché spesso gli umili preparano la vendetta verso i potenti: così afferma il poeta Fedro in una storiella arguta. Un giorno un’aquila portò via dei cuccioli volpini e li portò nel suo nido, poiché desiderava offrire in pasto ai suoi piccoli. La madre volpe pregava l’aquila sotto l’alto albero: “Allontana a me misera, o aquila, un lutto tanto grande!” Ma l’aquila disprezzò la preghiera della volpe, poiché era al sicuro sull’alto albero. Allora la volpe rapì dall’ara degli dei una fiaccola ardente e circondò tutto l’albero con le fiamme: prometteva la morte al nemico anche con atroce danno del suo sangue. Ma l’aquila, quando vide i suoi piccoli in pericolo di morte, consegnò alla volpe i suoi figli incolumi.
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